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FILIPPINE. CHI SI RIBELLA VERRA’ UCCISO

Il presidente filippino Rodrigo Duterte durante il suo video messaggio alla nazione visto dall’intero popolo filippino il 1 aprile, ha detto: «I miei ordini sono alla polizia e ai militari, compresi i funzionari dei villaggi (barangay), che se ci sono problemi o sorge la situazione in cui le persone combattono e la tua vita è in pericolo, di sparare e uccidere», e ha precisato il suo pensiero: «Invece di lasciarti causare problemi, ti manderò nella tomba».
Nelle Filippine la pandemia da Covid-19 si combatte minacciando i cittadini di morte, non è una ironia, è quanto a detto il loro presidente Duterte nel video messaggio alla nazione. l’ordine è di sparare per uccidere.
La minaccia è arrivata dopo l’arresto di 12 persone trovate a protestare contro il governo e a chiedere aiuti per superare l’emergenza. A Quezon City, sull’isola di Luzon, le 12 persone arrestate si trovavano per strada a protestare contro il governo senza autorizzazione, ma non è chiaro se tutti i partecipanti stessero manifestando o se qualcuno stesse semplicemente cercando cibo. C’è preoccupazione nel Paese su come le fasce più povere della popolazione possano sopravvivere al mese di serrata imposto sull’isola di Luzon, la più grande dell’arcipelago nonché quella che ospita la capitale Manila.
Il governo ha inoltre chiesto agli ospedali di non denunciare morti COVID-19.
Dall’inizio dell’amministrazione Duterte nel giugno 2016, migliaia di filippini, per lo più appartenenti a comunità povere ed emarginate, sono stati uccisi – dalla polizia o da individui armati sconosciuti, alcuni con legami con la polizia – nella cosiddetta “guerra contro la droga”.

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